Copertina del libro "Memorie di un esorcista. La mia vita in lotta contro Satana” di padre Gabriele Amorth, intervistato da Marco Tosatti

Recensione del libro “Memorie di un esorcista. La mia vita in lotta contro Satana” di padre Gabriele Amorth

Nel libro “Memorie di un esorcista” di padre Gabriele Amorth, intervistato da Marco Tosatti, si entra direttamente a contatto con un ministero spesso marginalizzato da un approccio disincantato ed eccessivamente modernista alla religione cattolica. Spesso il fedele cerca di cogliere le sfaccettature del cattolicesimo e di metterne in evidenza gli aspetti che ritiene razionalmente più plausibili o più spendibili nell’olimpo del paganesimo materialista, quando addirittura – per comodità ed indolenza – non cerchi di obnubilare alla coscienza i precetti che meno si addicono al suo modo di essere, alle sue abitudini di vita.

“Andare a messa la domenica”, “confessarsi regolarmente” sono le prescrizioni ricorrenti nel testo di padre Amorth. Non si può derogare dai precetti basilari in quanto, in tal modo, si finisce per ergersi a giudici di se stessi. Non si può prendere del cattolicesimo solo quello che ci fa comodo. Come scrive Amorth «la tentazione più grande del demonio è proprio quella della superbia» ed è appunto un atto di superbia umana pensare di poter giudicare le leggi divine e poterle ritenere più o meno stringenti, più o meno fondamentali.

Padre Amorth ribadisce più volte nel libro che si inizia dalle fondamenta della religione, dalle cose più semplici. Ha l’abitudine di portarsi dietro dei fogliettini con sopra appuntati i dieci comandamenti e li distribuisce in giro, alle persone sofferenti che si rivolgono a lui ed ai loro accompagnatori e familiari, quasi un muto rimprovero per l’inosservanza delle regole fondamentali del cattolicesimo.

È ricorrente la frase – a volte attribuita a San Pio altre volte a Sant’Agostino – che il diavolo è come un cane legato ad una catena. Se ne stai lontano non ti può fare niente ed è inoffensivo ma se ti avvicini allora ti può afferrare perché entri nel suo raggio d’azione, sei alla sua portata.

La credenza nel demonio è parte integrante della dottrina cattolica e non possiamo emendarla. Padre Amorth ce lo ribadisce parlando dell’esperienza maturata nel suo ministero e della grande conoscenza acquisita in questo ambito. Lungi dall’essere retaggio di superstizioni medioevali, il maligno è presente nel mondo ora più che mai e la stessa diffidenza in relazione alla sua esistenza è segno della sua presenza.

Nel testo racconta vari casi che ha affrontato, le fonti da cui possono originarsi energie malefiche e illustra la fenomenologia della presenza diabolica spiegando la differenza tra infestazione, vessazione e possessione vera e propria.

Il libro è un fondamentale tassello con cui (ri-)costruire il proprio senso di appartenenza alla Comunità cattolica, alla sua storia ed alla sua tradizione.

Padre Amorth conclude il libro sottolineando il ruolo che gioca la superbia nella quotidiana lotta contro il male. La guerra che si combatte tra Satana e l’esorcista avviene proprio su questo terreno: bisogna scardinare i puntelli della superbia di Satana affidandosi alla forza dei Santi, di Gesù e della Madonna senza cadere nella tentazione di parlare a nome proprio. Usando le parole di padre Amorth:

«“Spirito Santo, intervieni tu” prego. “Tu sai che io sono un buono a niente, tu sai che io non valgo una cicca… Intervieni tu.”»

Gaetano Ferrara