Copertina del libro "Storia del Napoli. Una squadra, una città, una fede" di Gigi di Fiore

”Storia del Napoli” di Gigi Di Fiore, intervista all’Autore. A giugno una nuova edizione con capitolo dedicato allo scudetto.

La squadra di Spalletti si è aggiudicata il titolo di Campione d’Italia con cinque giornate di anticipo. Con un’esaltante cavalcata, Osimhen, Kvaratskhelia e compagni hanno stracciato gli avversari e dopo trentatré anni sono riusciti a riportare il titolo a Napoli.

In occasione della conquista dello scudetto di Serie A TIM da parte dei Partenopei, abbiamo posto alcune domande al noto giornalista e scrittore Gigi Di Fiore che nel 2021 ha pubblicato la prima edizione, andata esaurita, del libro “Storia del Napoli. Una squadra, una città, una fede” per la Utet, di cui a giugno è in uscita una nuova edizione arricchita con il capitolo sull’ultimo anno del terzo scudetto azzurro.

D: Dottore Di Fiore, lei nel suo libro ha ripercorso tutta la storia del Napoli Calcio, sin dagli anni pionieristici di inizio ‘900 con particolare attenzione al periodo in cui nella squadra giocava Maradona, da lei vissuto in prima persona dalla redazione del Mattino. Quali sono le analogie e le differenze tra la virtuosa sinergia che si è innescata tra Spalletti, De Laurentiis, Kvaratskhelia e Osimhen e l’era di Maradona-Ferlaino?

R: I trionfi negli anni di Maradona erano legati a un grande campione, unico al mondo, che illuminava da leader un’intera squadra che aveva comunque ottimi calciatori, che il presidente Ferlaino, con Antonio Juliano e Dino Celentano, riuscì a portare a Napoli. L’ultimo scudetto è stato frutto di programmazione manageriale nell’azienda Napoli, con strategie di risparmio e investimenti su giocatori giovani e promettenti, pescati in campionati di Paesi poco attenzionati, con tanta voglia di emergere. Questo scudetto è stata la vittoria di un’intera squadra, sapientemente guidata dall’allenatore Spalletti.

D: Il titolo di un film di Troisi è “Scusate il ritardo” e può descrivere ironicamente l’impresa compiuta da questa squadra. Un altro famoso film dello stesso autore, però, è “Ricomincio da tre”. Lei pensa che possa essere profetico? Ci sono delle reali prospettive affinché questo Napoli possa realisticamente dare avvio ad un nuovo ciclo?

R: Lo auspicò con ironia lo stesso indimenticabile Troisi, nella famosa intervista con Gianni Minà del 1987. Il presidente De Laurentiis ha più volte annunciato che ha intenzione di avviare cicli vincenti. Il Napoli, nell’era dei diritti televisivi, sponsor, merchandising, è un’azienda che può dare sempre più profitti. Lontani i tempi di Ferlaino, quando gli unici introiti erano biglietti e abbonamenti, con pochi ricavi dalla Rai. Credo, quindi che, al di là dei singoli calciatori, De Laurentiis, che ha dimostrato di sapere sempre scegliere bene, davvero cercherà di pianificare ulteriori strategie vincenti.

D: De Laurentiis ha parlato di “Scudetto dell’onestà”. Dalla città che è associata a cliché di malaffare e disonestà arriva una lezione di correttezza e soprattutto di dignità. Lei ha ricostruito e raccontato in diversi suoi libri le vicende della criminalità organizzata soprattutto campana ed ha analizzato le problematiche anche sociali collegate a circuiti di violenza ed ambiti in cui regna una illegalità diffusa. Questa vittoria così pulita e cristallina può rappresentare un esempio a cui i ragazzi di Napoli possono ispirarsi? Può costituire un contraltare ai modelli diseducativi che compaiono in opere talvolta spacciate per atti di denuncia che in realtà rischiano di condurre alla devianza larghe schiere di adolescenti?

R: Lo spero e auspico. Il calcio e i suoi campioni sono gli idoli da sempre dei ragazzi, idoli ancora di più nell’era 4.0 dove tutto è moltiplicato in tempo reale dalla Rete. Seguire il loro esempio può diventare ancora di più un modello educativo importante. Lo sport in generale può esserlo, specie dopo una vittoria così significativa e entusiasmante.

D: Diego Armando Maradona non ha potuto vedere né la conquista della Coppa del Mondo della sua Argentina, né lo scudetto del Napoli. I tifosi partenopei sono pronti a scommettere che ci sia stata anche la mano del Pibe de Oro a determinare questo epilogo del campionato. Ci sono veri e propri luoghi di culto a Napoli. È un nuovo nume tutelare?

R: Sì, un nuovo dio laico del calcio, in una città che ne ha perpetuato la memoria e alimentato il mito in più luoghi e attraverso più immagini.

D: I risultati esaltanti di questa compagine, con le due punte di diamante rappresentate da Kvaratskhelia e Osimhen, l’ha indotta ad ampliare il suo libro “Storia del Napoli” la cui nuova edizione uscirà a giugno. Quali saranno le novità?

R: Ci sarà una premessa nuova alla seconda edizione, un ricchissimo e ampio nuovo capitolo, foto aggiunte nell’inserto di immagini e, naturalmente, l’aggiornamento della pagina del palmares. Un libro ampliato, che racconta l’intera storia azzurra intrecciata con quella della città in oltre un secolo. La risposta dei lettori alla prima edizione, andata esaurita, dimostra quanto desiderio ci sia di conoscere la storia azzurra raccontata in questo modo. In fondo, la ricchezza del brand Napoli è anche la sua storia.

D: Dottore, ha già fissato il giorno ed il luogo in cui ci sarà la presentazione della nuova edizione del suo libro?

R: Non ancora, saranno fissati appuntamenti estivi in diverse località, ma è ancora tutto da decidere.

Ringraziamo il dottore Di Fiore per aver risposto alle nostre domande e ci auguriamo che la pubblicazione della nuova edizione di “Storia del Napoli” sia di buon auspicio per il prossimo campionato.

Gaetano Ferrara