Stemma dei Savoia

Emanuele Filiberto di Savoia: “Gli Italiani mi chiamano”

In questa calda estate italiana arriva la notizia del ballon d’essai lanciato dall’illustre rampollo della casa Savoia. Emanuele Filiberto millanta schiere di sostenitori che gli avrebbero chiesto di scendere nell’agone partitico. Per carità, ogni libero cittadino può legittimamente avanzare la richiesta di entrare a far parte di uno schieramento politico per aspirare ad essere eletto e crediamo convintamente che le colpe dei padri non debbano ricadere sui figli.

Gli individui sono responsabili personalmente delle proprie azioni; non possono essere giudicati pregiudizialmente in base al cognome che portano. Tuttavia Emanuele Filiberto, già membro del jet set, è stato cooptato nel mondo delle celebrità televisive proprio per la notorietà che gli conferisce l’altisonante nome della casata di cui fa parte. Lo si indicherebbe come auspicato candidato alle elezioni solo perché è discendente di “quella” famiglia. Se questo è il criterio che sta alla base dell’indicazione del suo nome, allora bisogna ricordare a chi lo sostiene le responsabilità della sua casata nella storia d’Italia, dall’usurpazione del regno dei Borbone ad opera del suo antenato Vittorio Emanuele II sino alla ingloriosa discesa a Brindisi di Vittorio Emanuele III (per citare solo i fatti più eclatanti). Per questo motivo, pur non avendo motivi di preclusione nei confronti della persona Emanuele Filiberto di Savoia, mi auspicherei che rinunciasse a questi galloni d’ufficio e non facesse leva sulla notorietà che gli deriva dalla casata a cui appartiene e cercasse invece di meritare sul campo la considerazione e la credibilità che, sole, sono in grado di conferire prestigio ed autorevolezza al singolo individuo.

Gaetano Ferrara

(14 agosto 2019, 158º anniversario dell’eccidio di Pontelandolfo e Casalduni, perpetrato dal neonato esercito del Regno d’Italia da truppe al comando del colonnello Pier Eleonoro Negri e del maggiore Carlo Melegari).