Locandina San Lupo Mi Strega 2015

Conferenza stampa di presentazione di “San Lupo MI STREGA” 2015

Il 13 giugno nella Sala Consiliare del Comune di San Lupo ha avuto luogo la conferenza stampa di presentazione della manifestazione “San Lupo MI STREGA”, che si svolgerà nei giorni 20-21-22-23 giugno 2015. Nella sala campeggiava un vaso sul pavimento con un meraviglioso mazzo di fiori di ginestra, a sottolineare il forte inscindibile legame tra il borgo ed i monti circostanti che, appunto, in estate si ammantano di questo resistente arbusto, chiazzandosi di verde e di giallo.

La manifestazione “San Lupo MI STREGA” ha l’obiettivo di coniugare enogastronomia e teatro, artigianato locale e folklore, in una kermesse che vedrà le strade del piccolo centro animarsi di suoni e di canti, di versi e di danze, seguendo il suggestivo filo rosso rappresentato dai racconti e dalle storie delle janare, tramandate per secoli di generazione in generazione. Queste leggende, anche se obnubilate dal caustico razionalismo della nostra civiltà occidentale, tuttavia riaffiorano, incomprimibili, a cavallo del solstizio, nelle prime sere d’estate.

La conferenza stampa è stata aperta dal saluto del Sindaco di San Lupo, Franco Mucci, che ha presentato brevemente l’iniziativa ricordando l’antico rapporto che lega il borgo di San Lupo alla leggenda delle janare e delle streghe di Benevento, ribadito anche dalla recente scelta della location per le riprese del film “Janara” (effettuate prevalentemente nei comuni di San Lupo e di Guardia Sanframondi).

L’Assessore con delega alla cultura del Comune di San Lupo, Rino Tomasiello, ha ringraziato il sindaco di Guardia Sanframondi, Floriano Panza, ed il sindaco di San Lorenzo Maggiore, Emmanuele De Libero, per la loro presenza in sala, segno dell’affiatamento che esiste fra i tre comuni e dell’attenzione che viene riservata alle reciproche iniziative. L’Assessore ha ribadito la necessità di puntare sulle tradizioni dei nostri paesi – che affondano le proprie radici nella millenaria civiltà contadina delle contrade delle zone interne del Sannio – per riuscire a valorizzare i nostri territori, nella prospettiva di intercettare i finanziamenti erogati, anche tentando di creare sinergie con altri territori magari appartenenti ad altre nazioni aderenti all’UE (l’Assessore ha ipotizzato, ad esempio, la Spagna).

Franco Mucci, Rino Tomasiello, Nicola Ciarleglio, Carmen Castiello ed Ugo Simeone al tavolo dei relatori

Il relatore – che tra l’altro ha magistralmente moderato – ha infine rivolto un saluto ed un ringraziamento speciale a Pontelandolfonews.com dicendosi lieto del fatto che un redattore del sito fosse presente in sala, sia per l’opportunità di pubblicizzare la manifestazione anche nei territori situati “ad oriente” di San Lupo, sia per l’attenzione mostrata verso la manifestazione dal paese limitrofo.

Nicola Ciarleglio, coordinatore del Gal Titerno, è andato più nello specifico enucleando concetti più propriamente tecnici. Ha indicato come iniziative di questo genere costituiscano modalità in grado di valorizzare specificità del territorio che non è possibile rinvenire nei grossi centri abitati e per tale motivo possono rappresentare un volano per convogliare flussi turistici nelle nostre zone. Ha parlato di “iniziative contenitori di contenuti” che, se rese ricorrenti – come le grandi manifestazioni di altri centri della provincia che richiamano un considerevole numero di visitatori ed appassionati – riescono a rendere più stabili i flussi turistici contribuendo a favorire una crescita economica dei territori interni.

Ha quindi preso la parola la coreografa Carmen Castiello che si è detta affascinata dalle storie delle janare e dai suggestivi luoghi caratteristici del centro abitato di San Lupo e delle Coste Janare. Ha reso noto che i danzatori provengono dai nostri paesi e che saranno privilegiate danze e balli tradizionali per fare il modo che anche il pubblico possa essere coinvolto.

Successivamente ha parlato della danza del sabba che avviene disponendosi in cerchio, a rappresentare un ciclo senza inizio e senza fine. Si è detta infine convinta che il modo in cui tradizionalmente vengono rappresentate le janare, non rendono ad esse giustizia. Secondo Castiello le janare non erano brutte ma, anzi, affascinanti e depositarie di una sapienza antica.

Senza voler rivelare tutti i dettagli della manifestazione, ha comunque anticipato che le musiche saranno ispirate alle atmosfere lunari, le stesse che si possono ritrovare di notte passeggiando in un bosco.

Alla fine della conferenza stampa ha preso la parola Ugo Simeone, storico locale, che ha incantato la platea con il suo brillante intervento incentrato sulle leggende ed i racconti tramandati dalla tradizione orale, con continui riferimenti ad eventi e personaggi storicamente esistiti.

Ha parlato di San Lupo come di un onphalon, il centro di un mondo magico che ancora sopravvive. Il nome stesso sarebbe un richiamo alla magia, alla notte, ai paesaggi lunari. Il toponimo “San Lupo”, infatti, riporterebbe alla mente la sagoma di un lupo che ulula alla luna ed in questa immagine si possono ritrovare ricorrenti riferimenti alle religioni misteriche pagane, a Diana, cioè Ecate, regina del mondo degli inferi. Secondo Simeone, proprio da Diana risalirebbe il nome dianarae – cioè “donne seguaci di Diana” – propendendo per questa tesi e preferendola all’ipotesi etimologica alternativa, che farebbe derivare il termine “janara” dal dio Giano – il dio bifronte – il quale, per la sua capacità di guardare contemporaneamente in avanti ed all’indietro, era considerato il dio delle porte di casa, chiamata appunto ianua in latino.

Il nome San Lupo, quindi, sarebbe un nomen omen, una parola in cui è racchiuso un destino ma che è anche scrigno di leggende, di miti, di significati, il punto in cui si condensano le credenze e la sapienza antica. Le stesse sue origini si riannoderebbero ad un mondo di spiriti.

Secondo l’avvincente narrazione di Simeone, il primo segno di quelle vicende che segnarono le origini ed il destino del paese, si manifestò a Landolfo IV il 10 ottobre 980. Secondo il racconto, apparve nel cielo una luce intensissima (storicamente sarebbe annotata l’apparizione di una cometa nel 981). Tale evento è stato immortalato in una rappresentazione nel basamento dell’altare della Chiesa dell’Annunziata, dove compare un lupo che guarda una stella, nonché in una incisione sulla Fontana di Sant’Angelo, risalente al 1614.

Un altro elemento che mostra come le origini di San Lupo affondino le radici nelle arcane credenze magiche, è il racconto mitico di un lago che si sarebbe trovato sotto la rupe del Ciesco. In origine la distesa d’acqua si sarebbe trovata in superficie ed intorno ad essa avrebbero danzato e ballato ninfe ed altri esseri magici. Quando da Benevento arrivarono le reliquie di San Lupo e passarono nelle vicinanze dal lago Ciesco, sarebbe avvenuto un terremoto: la terra si sarebbe aperta ingoiando il lago e gli spiriti che sulle sue sponde vivevano. In quelle zone i pastori ancora sentono (o sentivano) voci, gemiti ed urla provenire dal sottosuolo (storicamente sarebbe riportata la notizia di un terremoto avvenuto nel 982, l’anno successivo alla fondazione del paese).

Per Ugo Simeone il centro della magia è San Lupo più che Benevento e bisogna imparare a “fare sistema” su questo enorme ed inestimabile patrimonio culturale per valorizzarlo e renderlo strumento e percorso di promozione del territorio perché in grado di suscitare emozioni e suggestionare i visitatori. Lo storico ha raccontato che perfino re Francesco I, quando passò per San Lupo scortato dagli Ussari, fermandosi sul ponte Janara, restò sconcertato per ciò che vide. Si affacciò dal parapetto ed assistette all’impressionante spettacolo dell’acqua che scorreva tumultuosa, al torrente che impetuoso rumoreggiava, indomito, trasportando nella corrente grossi massi che rotolavano, scontrandosi vicendevolmente. Quella visione di forza maestosa e terribile procurò al sovrano “brividi alla schiena”.

Un’altra leggenda raccontata da Ugo Simeone, questa volta relativa al Torrente Janara, si riferisce alle vicende – risalenti al 1.300-1.400 d.C. – di un notabile di Limata (il borgo che nasceva sulle rive del Calore, i cui abitanti si trasferirono più a monte costituendo il primo nucleo del centro abitato di San Lorenzo Maggiore).

Il signorotto, passando lungo le Coste Janara, vide una pastorella seduta su una roccia a forma di dorso di mulo. Se ne invaghì e cercò di possederla ma la pastorella scappò lontano.

Risentito, il notabile ritornò al paese raccontando di aver visto la pastorella intenta a compiere riti satanici. Ritenuto credibile e degno di fiducia, i popolani prestarono fede al racconto del notabile ed insieme a lui si recarono alle Coste Janara dove trovarono la ragazza, l’afferrarono e la buttarono nell’acqua del torrente facendola affogare. Si racconta che, nel corso del tempo, nella notte del 24 giugno nel punto in cui era annegata la ragazza, cominciasse ad apparire una fanciulla nuda, con i capelli lunghi e neri, che ballava stupendamente.

Tre secoli dopo, un discendente del notabile di Limata, per una scommessa fatta con gli amici, si disse disposto ad una dimostrazione di coraggio. Si nascose dietro una grossa siepe di ginestra a poca distanza dal punto in cui sarebbe dovuta apparire la fanciulla. Quando a mezzanotte del 24 giugno la figura femminile sorse dalle acque e cominciò a danzare nuda sulla pietra, facendo schizzare goccioline d’acqua tutt’intorno, l’uomo perse la ragione. Alla fine della danza, la donna si lanciò nella corrente per tornare a scomparire e l’uomo la seguì buttandosi nelle acque tumultuose del torrente dove scomparve anche lui ed il suo corpo non fu più trovato.

Fino a tempi relativamente recenti molti giovani sarebbero morti in quel punto del torrente. C’è un gorgo che risucchia e dopo molto tempo rigurgita ciò che ha ingoiato. Anticamente si pensava che fosse l’accesso ad un tunnel che conduceva direttamente all’inferno dal quale il diavolo riemergesse periodicamente per accoppiarsi e donare alle janare l’unguento magico.

Ha ribadito Simeone che storia, cultura, tradizioni… tutto rimanda all’arcano, tutto è intriso di magia. Ha sottolineato, inoltre, che – a differenza del modo in cui le streghe vengono rappresentate in altre culture – le janare avevano la consistenza del vento.

Ha terminato il suo intervento con un aneddoto. Ha raccontato che in una occasione chiese ad un anziano: “Perché una volta si vedevano le janare ed ora non si vedono più?”. L’anziano gli rispose: “Perché ora nessuno più crede alle janare: come potrebbero riuscire e vederle?”

Durante la conferenza stampa, oltre alla cartellina dell’evento ed all’opuscolo “San Lupo, l’olio e le sue strade”, è stata distribuita la pubblicazione “Racconti, miti e leggende della terra di San Lupo”, di Ugo Simeone, stampato dal Comune di San Lupo nel 1999 e realizzato con la collaborazione della Biblioteca Comunale Gioacchino De Angelis.

Alla fine della conferenza stampa, tutti coloro che vi hanno preso parte – relatori e persone del pubblico – si sono spostati di un paio di chilometri fino a raggiungere il locale “Terrazzo delle Janare” dove hanno bevuto un bicchiere di vino e si sono serviti ad un buffet dove erano disposti stuzzichini e tranci di pizza. Lì ho avuto il piacere di intrattenermi col mio professore di educazione tecnica delle scuole medie, prof. Rino Labagnara, col quale ho degustato il delicato vino bianco fresco che ci è stato gentilmente offerto.

Gaetano Ferrara