Alunni dell'I.C. 'De Blasio' di Guardia Sanframondi al concorso 'La musica... fa... Scuola" organizzato dall'I.C. 'Falcone e Borsellino' di Pietramelara (CE) - 29-05-2019

Cronaca di una premiazione (Pietramelara, 29 maggio 2019)

Nel primo pomeriggio del 29 maggio siamo partiti in pullman da Guardia Sanframondi per accompagnare i nostri ragazzi dell’I.C. ”A. De Blasio” che dovevano partecipare al concorso nazionale “La musica… fa… Scuola”, organizzato dall’Istituto Comprensivo “Falcone e Borsellino” di Pietramelara. Ci aspettavamo una tranquilla gita di routine, da cui ritornare sonnacchiosi, stravaccati sui sedili del mezzo di trasporto. Abbiamo vissuto, invece, momenti esaltanti di pura euforia che ci hanno inorgogliti ed hanno dato un senso a tutto quello che è stato fatto in questi anni, a tutte le corse in auto per portare i bambini “a musica”, a tutte le volte in cui i nostri figli hanno disturbato le nostre pennichelle perché “dovevano provare”, ripetendo ostinatamente più e più volte l’esecuzione strumentale loro assegnata.

Abbiamo di colpo compreso la lungimiranza delle maestre Patrizia Lombardi e Raffaella Savarese, della professoressa Silvia Iacobelli e del maestro Aldo D’Onofrio che già si prefiguravano tutto ed hanno creduto nei nostri ragazzi probabilmente più di noi genitori. A noi mancava lo sguardo d’insieme, lo sguardo d’aquila – dall’alto – che abbracciasse tutto il meraviglioso gruppo. Ci sarebbe mancata, inoltre, la capacità di comprendere quando e quanto osare, come richiedere il necessario impegno ai ragazzi, come motivarli senza che il delicato equilibrio si rompesse.

Quando i ragazzi si sono disposti di fronte a noi, prendendo posizione nella sala, mentre il maestro D’Onofrio curava gli ultimi dettagli nella disposizione di ogni bambino e nella sua dotazione strumentale e finalmente attendeva alla supervisione delle ultime brevi prove di coordinazione, abbiamo intuito cosa stava accadendo. Abbiamo colto la tensione dei nostri ragazzi, abbiamo percepito il loro elevato grado di concentrazione. Non erano più singoli ma erano diventati un gruppo, dove ognuno sapeva alla perfezione il proprio ruolo, le proprie mansioni, quale sarebbe stato il proprio apporto nell’economia della performance.

L’emozione è stata forte, soprattutto nell’esecuzione del noto brano “Per un pugno di dollari”. È partito in sordina. La melodia inesorabile andava avanti, lentamente, col ritmo sempre più incalzante, in un crescendo che gradatamente coinvolgeva ogni strumento. Ogni bambino, uno ad uno, veniva fagocitato, fino ad impegnare la piccola orchestra nella sua interezza.

Siamo stati attraversati da un brivido. Quando il brano si è concluso, siamo restati per un attimo sbigottiti, poi abbiamo applaudito, in un misto di stupore, di entusiasmo, sciogliendo la tensione in quel battimano liberatorio. Sì, erano proprio i nostri ragazzi!

Alla fine dell’esecuzione dei cinque brani, abbiamo rivolto lo sguardo alla maestra Lella, alla maestra Patrizia, alla maestra Maria Morone, che sedevano compiaciute. Abbiamo capito che era andata bene, che l’esibizione dei nostri ragazzi era stata tra le migliori.

Abbiamo atteso nel corridoio, con i bambini che si concedevano dei momenti di ricreazione, poi ci hanno chiamato nel settore della sala riservato alle premiazioni.

La giuria ha premiato solisti e gruppi di ragazzi che si erano esibiti prima di noi ed abbiamo applaudito alla consegna delle coppe e dei diplomi di merito.

Poi è toccato a noi. La rappresentante della giuria ha pronunciato delle parole che esprimevano il netto apprezzamento per il lavoro che era stato portato avanti e per il risultato conseguito. Alla fine ha reso noto il punteggio, superiore a tutti quelli che erano stati assegnati in nostra presenza: cento su cento. Si è sentito un solo grande urlo, mentre i ragazzi scoppiavano a piangere, esultando, abbracciandosi e stringendosi l’un l’altro, con le maestre ed i genitori che trattenevano a stento la commozione.

Siamo stati sovrastati dall’entusiasmo ma anche dal senso di riconoscenza nei confronti degli insegnanti che avevano creduto nei nostri ragazzi e li avevano preparati per affrontare quella prova, con l’unico scopo di donare ad ognuno di loro emozioni e soddisfazioni che avrebbe portato con sé per tutta la vita, di dotare ogni bambino di una eccellente competenza musicale di base e soprattutto di accrescere la propria autostima, per imparare a credere in se stessi.

Siamo risaliti sul pullman e siamo ritornati a Guardia, esultanti ed appagati, come chi ritorna a casa dopo aver espugnato un castello.

Gaetano Ferrara